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DMAE Integratore: Cos'è e a cosa serve? Effetti che produce
L’invecchiamento è un fenomeno fisiologico che interessa la maggior parte delle specie viventi. E tuttavia il desiderio di rimandarne gli effetti – o possibilmente arrestarli – è tra i più ricorrenti nella storia umana.
Sebbene non esistano pozioni in grado di fermare d’incanto il nostro orologio, abbiamo a disposizione sempre più strumenti per intervenire sugli ingranaggi.
DMAE
Il dimetilaminoetanolo (DMAE), più informalmente chiamato deanolo, è una molecola che troviamo prodotta naturalmente dal nostro cervello, in piccole quantità. Ma la rintracciamo in abbondanza in pesci come la sardina, l’acciuga o il salmone.
I nostri tessuti sono in grado di ottenere acetilcolina a partire dal DMAE, il quale serve quindi da precursore.
Il DMAE, un principio attivo molto speciale, la cui lista di proprietà benefiche per l’organismo stuzzica il nostro gusto per le narrazioni magiche.
Come d’abitudine, prima di entrare nei dettagli della molecola ricordiamo che i cosmetici non differiscono soltanto in base al principio attivo principale. La composizione della ricetta ha altrettanta importanza ed è perciò fondamentale imparare ad interpretare l’INCI sul retro del prodotto.
Chi di voi ci legge fin dai primi articoli sa bene di cosa stiamo parlando. Qualcuno dirà “E se non ho mai sentito nominare l’INCI o voglio capire meglio di cosa si tratta?”. In questo caso vi basterà leggere il nostro articolo incentrato su questo specifico aspetto!
Siamo pronti?
Vediamo allora insieme dove ci porta e quali segreti ha in serbo il principio attivo che analizziamo oggi, il DMAE. Conoscerne le caratteristiche vi permetterà di comprendere appieno perché FGM04 ne ha fatto il protagonista del Gel detergente DMAE.
Ageing
Anche voi rispondete caparbiamente ogni anno “25!” a chi si azzarda a chiedervi quanti anni compiete?
Beh, opporre una ferrea ostinazione all’indelicato avanzare dell’età anagrafica è encomiabile, ma potrebbe non essere sufficiente.
Di fronte ad un fenomeno tanto sgradito quanto inevitabile, la domanda sorge spontanea: perché invecchiamo?
Prima di provare a rispondere, vediamo che cos’è l’invecchiamento, chiamato sempre più spesso con l’inglese “ageing”.
Lo spettro di cambiamenti cui questa parola fa riferimento – solamente in campo biologico – è molto ampio ed abbraccia fenomeni anche marcatamente diversi. Dalla perdita di elasticità della pelle e la comparsa di rughe all’aumento della predisposizione alle malattie. Dalla menopausa nelle donne all’andropausa negli uomini. Dalla riduzione delle capacità di apprendimento all’indebolimento scheletrico e muscolare.
Avete ragione, il quadro è poco entusiasmante! Ma proviamo a capirci qualcosa in più. Che cosa causa queste trasformazioni così diversificate?
I meccanismi biologici sottesi ai cambiamenti che ci accompagnano a partire dai 25-30 anni di vita sono numerosi ed ancora sotto investigazione.
Il quadro attuale prevede due aspetti profondamente intrecciati. Da un lato, vi sono evidenze a sostegno di un “abbassamento delle difese”, in parte programmato nei nostri geni. Dall’altro, è ampiamente riconosciuto il contributo dato dall’accumulo di danni, per via di agenti sia esterni che interni.
Prendiamo in considerazione l’invecchiamento della pelle.
Il progressivo deterioramento estetico e funzionale della pelle è un fenomeno complesso. In parte esso è dovuto a processi molecolari – principalmente genetici – che si verificano spontaneamente. Tuttavia ai processi spontanei si sommano i danni alla struttura del tessuto, della cellula e del DNA. Tra gli agenti dannosi più noti troviamo i raggi solari UVA e UVB, responsabili del cosiddetto fotoinvecchiamento.
Dunque, c’è spazio per intervenire! Forse non possiamo arrestare il processo di invecchiamento, ma possiamo sicuramente rimandarlo.
A tal proposito, il DMAE è indubbiamente un’arma che vogliamo avere al nostro fianco.
Ma che cos’è l’acetilcolina?
Da non confondere con la fosfatidilcolina, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, l’acetilcolina è un importantissimo neurotrasmettitore. Si tratta dunque di un messaggero che le cellule – in particolare i neuroni – utilizzano per comunicare informazioni ad altre cellule.
Ad esempio, è proprio l’acetilcolina ad essere rilasciata dalle cellule nervose per trasmettere ai muscoli l’ordine di contrarsi.
O ancora, nel cervello l’acetilcolina è usata come messaggero dai neuroni coinvolti nelle funzioni di apprendimento e memoria.
Se il DMAE è precursore di un composto così importante, possiamo aspettarci che la sua assunzione produca degli effetti notevoli. E infatti è così!
I benefici del DMAE
La lista dei benefici prodotti da questo principio attivo è davvero lunga!
Tra i più notevoli troviamo l’effetto sulla memoria. Gli esperimenti di laboratorio a favore del DMAE come strumento per migliorare la memoria risalgono alla seconda metà del secolo scorso [1]. La molecola è stata poi ampiamente utilizzata come supplemento per l’apprendimento e come supporto nel contrastare la malattia di Alzheimer [2].
È stato proprio l’utilizzo per questo scopo che negli anni ha evidenziato le potenzialità del DMAE in ambito cosmetologico. Infatti, le persone che assumono regolarmente questa nostra molecola riportano un aumento della compattezza della pelle nella regione cervicale [2].
Curioso, vero? Assumo una sostanza per ricordare meglio e ne trae beneficio anche la pelle!
Naturalmente, sono seguiti numerosi studi a cavallo del cambio di millennio [2]. Quello che sappiamo oggi è che l’applicazione del DMAE direttamente sulla cute ne aumenta lo spessore e ne favorisce l’idratazione. Inoltre, si ha un incremento delle fibre di collagene [3, 4].
Collagene… Non suona nuovo, giusto?
Il collagene è la proteina più abbondante tra quelle presenti nel derma. Essa si aggrega a formare fibre, fondamentali per le caratteristiche di elasticità e compattezza della pelle.
In aggiunta, la nostra molecola si inserisce nella membrana delle cellule migliorandone la resistenza [2].
Se gli impieghi per la cura della pelle e la stimolazione dell’apprendimento sono i principali, non sono tuttavia gli unici!
La lista prosegue e troviamo l’utilizzo per il trattamento dell’iperattività e dei deficit di attenzione nei bambini, dell’affaticamento cronico e degli attacchi di panico. Esistono indicazioni che la nostra molecola favorisca addirittura una miglior qualità dei sogni [5]!
Inoltre il DMAE sembrerebbe essere in grado di limitare i sintomi dell’invecchiamento anche in altri organi, come ad esempio il cuore [5].
Contro i radicali liberi per ostacolare l’invecchiamento
Come si giustifica un’attività a spettro così ampio?
Ebbene, è stato dimostrato che la nostra molecola riduce e contrasta i radicali liberi [2].
Fermiamoci.
Tutti abbiamo sentito nominare i radicali liberi. Ma che cosa sono? E che ruolo rivestono?
Meglio fare chiarezza!
Si tratta di una sostanza – può essere un atomo o una molecola – che si trova ad avere un assetto di elettroni particolarmente instabile. Questa condizione la porta ad essere estremamente reattiva, ovvero ad interagire con molta facilità con altre sostanze per scambiare elettroni.
Molte reazioni biochimiche che avvengono nelle nostre cellule producono radicali liberi, a volte con uno scopo utile, ma più spesso come scarto inevitabile. Il problema è questi scarti sono tossici!
La loro interazione con altre sostanze, ad esempio proteine o il DNA, produce alterazioni e rotture della struttura molecolare.
Le cellule del nostro corpo sono attrezzate per dissipare l’eccessiva “esuberanza” dei radicali liberi. Tuttavia, nessun meccanismo è perfetto e situazioni di stress cellulare ne aumentano la produzione. I danni più gravi sono quelli che i radicali posso apportare al DNA.
Va bene, abbiamo fatto un bel salto! Dalle rughe, purtroppo visibili ad occhio nudo, siamo scesi al microscopico DNA.
Colmiamo subito il vuoto che abbiamo creato.
Ogni cellula del corpo è depositaria del codice genetico dell’individuo. La cellula attinge al codice per ottenere le istruzioni necessarie a dirigere tutto il ventaglio di aspetti che costituiscono la sua vita. Quindi per il metabolismo, per la modifica o il mantenimento strutturale, per la replicazione, eccetera, la cellula “legge” porzioni di DNA.
È chiaro che se il codice si danneggia alcune funzionalità cellulari vengono meno. La compromissione del DNA è infatti uno dei principali elementi coinvolti nell’invecchiamento.
Quindi, contrastando i radicali liberi il DMAE esercita una preziosa attività antiaging [2].
Conclusioni
Oggi abbiamo messo un principio attivo davvero notevole sotto la nostra lente di ingrandimento.
Con le sue molteplici proprietà benefiche, il DMAE risulta essere uno straordinario strumento per favorire il benessere della pelle e contrastarne l’invecchiamento.
In particolare, la nostra molecola
proteggestrutturalmente le cellule della pelle;
favorisce la produzione di fibre di collagene nel derma e, quindi, la compattezza della cute;
contrasta i radicali liberi aiutando a mantenere giovani le cellule.
Con un curriculum così prestigioso, è difficile non volerlo come alleato. FGM04 l’ha eletto a ingrediente di punta per il suo Gel detergente DMAE.
Nel prossimo articolo continueremo a parlare di antiaging con l’Aloe Vera. Lo so, conoscete già questa pianta famosa per la cura della pelle. Ma siete sicuri di conoscerne tutti i segreti?
A presto!
Roberto, Biologo Molecolare
Referenze
Blin, Olivier, et al. “Effects of dimethylaminoethanol pyroglutamate (DMAE p-Glu) against memory deficits induced by scopolamine: evidence from preclinical and clinical studies.” Psychopharmacology 207.2 (2009): 201.
Gragnani, Alfredo, et al. “Dimethylaminoethanol affects the viability of human cultured fibroblasts.” Aesthetic plastic surgery31.6 (2007): 711-718.
Liu, Su, et al. “Effects of dimethylaminoethanol and compound amino acid on D-galactose induced skin aging model of rat.” The Scientific World Journal 2014 (2014).
Tadini, K. A., and P. M. B. G. Campos. “In vivo skin effects of a dimethylaminoethanol (DMAE) based formulation.” Die Pharmazie-An International Journal of Pharmaceutical Sciences 64.12 (2009): 818-822.
Malanga, Gabriela, et al. “New insights on dimethylaminoethanol (DMAE) features as a free radical scavenger.” Drug metabolism letters 6.1 (2012): 54-59.
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